Bag om Il mio nemico mortale
Myra Driscoll e il marito Oswald Henshawe fanno ritorno nella natia Parthia, Illinois. La loro storia d’amore è ancora sulle bocche di tutti: Myra, infatti, ha rinunciato ad una cospicua eredità solo per fuggire insieme ad Oswald, sposandolo in gran segreto. Ora, a distanza di anni, Myra inizia a chiedersi quale sia stato, a conti fatti, il valore di quel gesto: emanciparsi dalle opprimenti prospettive famigliari, assaporando la vita come un’avventura, l’ha portata ad una relazione ordinaria, ad una felicità che non ha assolutamente niente di nobile o di eccezionale. In questo romanzo dai contorni drammatici, Willa Cather ci offre uno spaccato della monotona vita di provincia, riflettendo al contempo sulle illusorie velleità giovanili, che spingono una persona a scelte provocatorie che nascondono, forse, solo l’intrinseca impossibilità di conoscere sé stessi... Da cosa si fugge, infatti, se non dalla propria incapacità di essere felici?
Wilella Sibert Cather (1873-1947) nasce nei dintorni di Winchester (Virginia) da una famiglia di origini gallesi. Ancora bambina, si trasferisce in Nebraska, dove compie i suoi studi, e poi a Pittsburgh. Nel 1906, infine, si stabilisce a New York, che rimarrà da allora in poi la sua città d’elezione. Per i successivi quarant’anni vi abiterà e vi scriverà, condividendo vita e lavoro con Edith Lewis, editor e copywriter di successo. Willa Cather è considerata una delle voci più autorevoli della letteratura americana del Novecento: narratrice impeccabile di quella Frontiera che rappresentava allora il motore – economico e morale – di una nazione in rapida crescita. L’immigrazione, la vita nelle Grandi Pianure e le discrepanze sociali sono da lei raccontate con piglio intimista, secondo stilemi introspettivi che risentono della coeva letteratura modernista europea. Fra le sue opere più famose, si possono citare "O Pioneers!", "The Song of the Lark" e "Shadows on the Rock".
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