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Text in Italian and EnglishGià nei primi giorni dopo l'armistizio in molte località in Italia e all'estero, singoli alpini o gruppi o interi Reparti organici, scelsero di continuare a combattere a fianco del vecchio alleato tedesco, venendo da questi utilizzati o nei loro Reparti o autonomamente. Costituitasi la Repubblica Sociale nel Nord Italia e la struttura dell'Esercito Nazionale, con l'emanazione dei bandi di arruolamento, il forte afflusso dei volontari e la scelta dei militari internati di rientrare in servizio nel nuovo Esercito, si dette l'avvio alla costituzione delle Forze Armate della R.S.I. nelle quali svolsero un ruolo primario gli Alpini, nonostante le difficoltà per l'approvvigionamento dei materiali militari.
The Florian Geyer division was created as a unit prepared to fight the partisan forces, but it also found itself performing front-line tasks for which it was not prepared. Compared to the other SS divisions, Florian Geyer found itself at a disadvantage in regular combat, especially with regard to the tactical preparation of the middle officers. These shortcomings were compensated for, in part, by the strong esprit de corps of the division's men, which never failed even at the end, thus making it an elite unit.The events of the 22nd Maria Theresia Division remain closely linked to the terrible battle of Budapest. This SS unit was able to hold its own against the overwhelming enemy forces, despite the fact that the division was formed only a few months before the decisive battle. Most of its men were conscripts, and its armament was certainly not the most advanced. Despite this, its soldiers preferred total annihilation rather than surrender, demonstrating uncommon valour.
Il generale Rupnik, insieme a Anton Kokalj, Ernest Peterlin e Janko Kregar, costituirono il 24 settembre 1943 la Slovenska Domobranska Legija (Legione Slovena delle Guardie), sostenuta dai rappresentanti dei partiti politici esistenti prima della guerra nella regione di Lubiana ed organizzata su 3 Battaglioni. Bisogna però sottolineare che, mentre Rupnik era propenso a collaborare con i tedeschi ed era convinto della vittoria del Terzo Reich, Peterlin desiderava formare un'unità pesantemente armata, con mitragliatrici pesanti, mortai e cannoni di vario calibro (con l'obiettivo segreto di avere una forza armata pronta per compiere una rivolta nazionalista ed indipendentista), ma i tedeschi non approvarono mai un tale progetto. Per richiamare i giovani all'arruolamento, lo stesso giorno fu pubblicato un vibrante appello, firmato dallo stesso Rupnik, sul principale quotidiano cattolico sloveno, "Slovenec". Il 30 settembre, in seguito all'occupazione tedesca della provincia di Lubiana i tedeschi ribattezzarono la Legione in Guardia Territoriale Slovena (Slovensko Domobranstvo in tedesco Slowenische Landwehr), assumendone di fatto il controllo.
General Rupnik, with Anton Kokalj, Ernest Peterlin and Janko Kregar, constituted the Slovenska Domobranska Legija (Slovenian Legion of Guards) on 24 September 1943, supported by representatives of the pre-war political parties in the Ljubljana region and organised it into 3 Battalions. It must be emphasised, however, that while Rupnik was inclined to collaborate with the Germans and was convinced of the victory of the Third Reich, Peterlin wanted to form a heavily armed unit, with heavy machine guns, mortars and cannons of various calibre (with the secret aim of having an armed force ready to carry out a nationalist and independence uprising), but the Germans never approved such a project. To call young people to enlist, a vibrant appeal, signed by Rupnik himself, was published on the same day in the main Slovenian Catholic newspaper, 'Slovenec'. On 30 September, following the German occupation of the province of Ljubljana, the Germans renamed the Legion into the Slovenian Territorial Guard (Slovensko Domobranstvo in German Slowenische Landwehr), effectively taking control of it.
Nella preparazione dello sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943, denominato in codice Operazione "Husky", nel corso della primavera di quell'anno i Comandi d'intelligence britannici misero in atto misure molto elaborate per confondere il nemico circa la data e la destinazione dell'attacco. Tra l'altro, nella speranza di ritardare i rinforzi tedeschi alla Sicilia, di ridurre la minaccia aerea ai loro convogli d'invasione e di tenere le forze navali principali (navi da battaglia e incrociatori) lontane dalla zona della Sicilia, furono fornite ad arte, tramite agenti in nazioni neutrali come il Portogallo e la Spagna, false informazioni. Da parte degli Stati Maggiori delle Forze Armate italiane e dei Comandi tedeschi in Italia, l'operazione di sbarco degli Alleati in Sicilia era attesa. Benito Mussolini, il feldmaresciallo Albert Kesselring e il Capo del Comando Supremo generale Vittorio Ambrosio, nonostante ogni manovra di depistaggio degli angloamericani per ingannare italiani e tedeschi dal reale obiettivo di sbarco in Sicilia, erano convinti che l'invasione sarebbe avvenuta in quella grande isola. Tra le misure di depistaggio la più famosa ed elaborata fu l'operazione "Mincemeat" Glyndwr Michael, un gallese morto per edema polmonare, venne trovato in un obitorio e vestito della divisa militare sotto il nome di un fantomatico "maggiore William Martin dei Royal Marines". La sua morte fu simulata come causata da annegamento, avvenuto mentre si trovava in volo su un aereo che per un incidente sarebbe precipitato in mare presso le coste Atlantiche della Spagna meridionale, con falsi documenti confidenziali che indicavano come obiettivi di uno sbarco la Grecia e probabilmente anche la Sardegna. Il suo cadavere, trasportato da un sommergibile britannico, fu trovato dagli spagnoli sulla spiaggia di Huelva. I documenti che possedeva furono passati dagli spagnoli ad agenti tedeschi, e pervennero a Belino, che subito ne informò Roma. Ma il piano, osannato nei paesi anglosassoni come un successo eccezionale che avrebbe perfino condizionato l'esito della guerra a favore degli alleati, sviando l'attenzione dei tedeschi dal rafforzamento della Sicilia, non andò come essi credevano, tanto farci due film, romanzati e falsi. I Comandi italiani e tedeschi in Italia, a differenza di quanto avveniva a Belino (che inizialmente, in particolare Hitler, credette a quell'inganno), non abboccarono alla macabra messa inscena, come il lettore si accorgerà leggendo questo libro.
Le azioni delle forze corazzate tedesche durante la Seconda guerra mondiale sono ben note. Ciò che non è ancora stato raccontato con altrettanta precisione sono le azioni delle forze corazzate degli alleati della Germania. Se è vero che le loro prestazioni sono state in genere del tutto secondarie rispetto a quelle che hanno potuto permettersi le forze del Reich tedesco, occorre sottolineare le azioni delle forze corazzate ungheresi, che non solo sono riuscite a organizzare in sostanziale autonomia le proprie forze corazzate, ma hanno anche sviluppato una propria industria militare in grado di fornire armi ed equipaggiamenti alle proprie truppe. Questo libro svelerà quindi una pagina poco conosciuta della partecipazione dell'Ungheria alla Seconda guerra mondiale attraverso l'uso di fotografie superbe fornite dall'autore e dai suoi collaboratori. Questa storia porterà il lettore dall'inizio della campagna dell'URSS e conseguente conquista di ampi territori sovietici, per poi terminare con le sanguinose battaglie per evitare l'avanzata della controffensiva sovietica e rumena in Ungheria (l'assedio di Budapest) e gli ultimi scontri in territorio austriaco e sloveno prima della resa incondizionata dell'esercito.
The last clear German victory in World War II occurred in the last days of April 1945 during the defense, loss and subsequent recovery of the Saxon city of Bautzen. On that occasion, when all was lost, the remnants of once powerful German units, such as the Panzer Divions Hermann Göring, Brandeburg or Grossdeutschland, inflicted a total defeat on the proud Soviet-Polish units, more robust and better armed, that supported the Red Army advance towards the capital of the Reich. This text tells the story of the events that took place in that city, the capital of Upper Lusatia, just south of the German capital. The high efficiency of the German soldiers made the difference with a real state of an army by then in decay and with no more fuel, showing how the fighting spirit was kept high until the end thanks to the concrete possibility of stopping the Soviets, even if only for a few hours or days, in their overwhelming advance to allow the evacuation of the greatest number of Germans people towards the West of the country. An innovative work this one by Gil Martínez, that will certainly occupy, together with the previous one already published in Breslau 1945, a special place in the library of all those who are interested in the military history of the last terrible world conflict.
The Battle of Anzio also called Operation Shingle was the most important Allied amphibious landing of the Italian Campaign of World War II that took place from January 22, 1944 (beginning with the Allied amphibious landing) to June 5, 1944 (ending with the capture of Rome).The operation was opposed by German forces in the coastal area of Anzio and Nettuno, some 30 miles south of Rome.Although resistance had been expected, as seen at Salerno during 1943, the initial landings were essentially unopposed, with the exception of poor air attacks operated by the Luftwaffe German air force. By midnight of the same day about 36,000 soldiers and 3,200 vehicles had landed on the two principal beaches of Anzio and Nettuno. The Allied lost thirteen troops (killed), and 97 wounded; about 200 Germans had been taken as war prisoners.The 1st Division penetrated 3 km inland, the Rangers captured Anzio's port, the 509th PIB captured Nettuno, and the 3rd Division penetrated just to 5 km inland. In the first days of operations, the command of the Italian resistance movement had a meeting with the Allied General Headquarters: it offered to guide the Allied Force in the Alban Hills territory, but the Allied Command refused the proposal.The operation was initially commanded by......
Questo libro composto da decine di immagini rare e restaurate, è dedicato alla grande operazione anfibia condotta dagli alleati nel corso dell'operazione denominata Shingle (ciottolo) che ebbe inizio il 22 gennaio del 1944, nell'area di Anzio e Nettuno in prossimità della capitale italiana. Con moltissime immagini ricche di note, il libro mostra l'evolversi dello scontro di quei primi giorni del 1944, quando sbarcarono ben 36,000 uomini e 3,200 mezzi militari. L'opposizione tedesca fu minima quel giorno, e le perdite alleate irrisorie, ma tutto cambiò nei giorni successivi...
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