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Agli inizi degli anni Ottanta, nel tentativo di interpretare la filosofia di Lao Tzu ad uso degli architetti contemporanei, Amos Ih Tiao Chang (1916-1998) scrive un libro che per i suoi contenuti, per quel concetto di creazione che ha come base il "non-essere", per la necessità di capire lo spazio prima di agire e le infinite strade che si aprono a chi si pone il compito di creare, diventa in breve tempo una lettura popolare anche tra designer e artisti. Il Tao è un saggio contemplativo che si sviluppa creando paralleli tra il vuoto, lo spazio e il tempo, tra la scienza della visione nella filosofia di Lao-tzu e l'architettura moderna, Amos Ih Tiao Chang rivela la vitalità degli elementi immateriali, o negativi.
Frank Lloyd Wright first noted the affinity between modern Western architecture and the philosophy of the ancient Chinese writer Laotzu. In this classic work, Amos Ih Tiao Chang expands on that idea, developing the parallel with the aid of architectural drawings and Chinese paintings. Now with a new foreword by David Wang, this book reveals the vitality of intangible, or negative, elements. Chang writes that these qualities make architectonic forms "e;come alive, become human, naturally harmonize with one another, and enable us to experience them with human sensibility."e; The Tao of Architecture continues to be essential reading for understanding the intersection between architecture and philosophy.
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