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Dieser Roman basiert auf wahren Begebenheiten, die der Autor in der ersten Person erlebt hat.. Es ist unvermeidlich, dass sie nicht einige Parteien vertritt, die den einzigen und ausschlieÃlichen Zweck haben, Männer, Frauen und Institutionen zu schützen, die gegen ihren Willen daran beteiligt waren, und so fühlte ich das Bedürfnis, die richtige Salbung beizubehalten. . "Meine Worte prallten von seinem Schreibtisch und seiner Uniform bis zu seinen Schultern ab und fielen dann in eine Ecke hinter seinem Stuhl, wo ich mir einen unsichtbaren Behälter mit gebrauchten Wörtern vorstellte, der sich jede Nacht leerte und keine sichtbare Spur hinterlieÃ." Spüren Sie es auf..." "Als ich abreiste, reiste ich in einem 5-Tonnen-Leave mit 6 cm Stahlpanzerung, ich trug kugelsichere Westen mit 6.700 kg komprimiertem Kevlar und ich trug 12.640 kg Stahlguss, der 980 Kugeln pro Minute abgab; Trotzdem fühlte ich mich ohne In diesem verdammten Loch sowieso nicht geschützt, tatsächlich fühlte ich mich nackt. Kurz gesagt, ein verdammtes Leben in ständiger Bewegung: Spritzen, Löffel, Blei, Rohypnol, Butrex, Blut, Affen, Pillen, um den Affen durchzulassen, mehr Blei, mehr Blut und gedämpfte Schreie, verdammt... Eigentlich nein, verdammt, nein. . Weil ich mich einen Dreck um die Muschi scherte. Da war nur der Schwindel des harten Abenteuers, der Flirt mit dem Tod. Die Ekstase des Helden. Seine Sublimierung. Heldin."
Die Entstehung dieses Romans beginnt im Februar 2023 im Kontext einer therapeutischen Gemeinschaft, in der ich mich teils aus freien Stücken, teils aus Zwang befinde. In dieser atypischen Dualität habe ich einige Gewissheiten und ein gewisses Bewusstsein erlangt. Andererseits gibt es glücklicherweise viel Gewissheit, die ich auf ihrem Weg hinterlassen habe. Zu den Gewissheiten gehört, dass ich gelernt habe, dass Liebe nicht einfach oder formell ist, wie ich immer geglaubt hatte.Emotionale Leere direkt auf diesem Weg. Zweifellos hat sie einige Ãberlegungen beeinflusst, eine davon ist die Gewissheit, dass nur wenige Glückliche wissen, was Liebe ist. Wahre Liebe, die dich leiden lässt, leiden, aber dich freuen lässt wie nichts anderes auf der Welt. Den Rest betrachte ich jetzt in meinem neuen Bewusstsein als einfaches Anime-Zusammenleben.Ich bestätige, dass es sich nicht um einen autobiografischen Roman handelt. Der Protagonist existiert nicht und Filippo bin nicht ich. Sicherlich gibt es in Filippo einige Merkmale meiner Persönlichkeit und in Angelina einige Merkmale der Person, die ich geliebt habe.Die beiden wichtigsten Erkenntnisse, die diesen Roman inspiriert haben, sind: Die Frau ist ein Gewirr aus Gefühlen, Blut und Nerven. Die ganze Zeit. Niemals eine Geometrie aus Kabeln und Impulsen.Ich wäre gerne Filippo gewesen und hätte mit der gleichen Intensität mehr über A erfahren.Für diejenigen unter Ihnen, die daran zweifeln: Dies ist sowieso eine Liebesgeschichte.
Dedicado a todas aquellas almas por las que se votó al sufrimiento más atroz por amor, y a todos los que por eso es tan importante para nosotros ser el único que no es dueño de un "corazón gentil" y no conociendo el anhelo, viven en total pereza.Y a mà mismo, que soy, al mismo tiempo, ambos.
Who was he? Where was he going? With what hopes? Why did he live that life? Such a fresh, alive, authentic girl. If she had been born into a family like hers, would she have ended up in the hands of Maria Grazia and hers? What a childhood he had behind him. Or perhaps it was a desire for freedom or rebellion, a desire for social redemption on the economic scale, even a rabid taste for selling oneself, humiliating oneself, throwing oneself away, the desire to fall.
Era un ottimo narratore, mischiando le parole con due pacchetti al giorno mi fece scoprire vicende di cui non ero a conoscenza e che mostravano un'altra faccia del mio caro amico, lentamente nella mia mente prendeva forma il progetto per un libro.Rimase da me quasi due mesi e fu un periodo indimenticabile, per entrambi. Quando si stancava di parlare ascoltavamo musica in silenzio e spesso al buio.
Erano i giorni della fiera, che si trovava a due passi dall'appartamento. Il traffico ed i suoi rumori impazzavano di sotto, vita, impazienza, nervosismo, risate arrivavano fino al terzo piano. Ma loro due non lo sentivano. Angelina concentrata sulla sua dannata musica, lui perché non esisteva al mondo niente altro che quella ragazzina dal fascino petulante, dai lunghi capelli neri e ricci. Si alzò, indossava un vestitino corto che le lasciava scoperte gambe e spalle, non indossava il reggiseno, con un rapido movimento sciolse i capelli, roteò la testa e questi le cascarono intorno e sulle spalle come una bottiglia di china rotta. Cominciò a muoversi lasciandosi trasportare dal ritmo, avanti e indietro, come un onda, i fianchi che si muovono davano l'impressione che fosse capace di dominarlo quel ritmo. Padrona di quell'impulso, di quella danza che d'improvviso non rappresenta più niente di falso, di taciuto, di vile o meschino. Le braccia che si muovono sulla testa come seguendo un altro ritmo, un sorriso immobile, pensiero di belle cose, di provocazione, di offerta. Un sorriso che non appariva più suo ma della musica stessa. Un sorriso dato dalla capacità di vivere il presente. Angelina non si proiettava mai verso il futuro. La sua frase preferita era: "si vedrà ". Viveva intensamente il presente. Ed era fra le cose che più amava di lei Filippo. Questa capacità di annullare ogni tipo di congettura. Lui la osserva, lei con il suo vestitino lillà , le piccole tettine, il suo ondeggiare ed è sicuro che non ha mai visto niente di più bello e desiderabile. Ascolta anche la musica e nel motivo popolaresco semplice ma ricco di tradizioni secolari, trova racchiuso un confuso presentimento di cose che avverranno, perché in fondo la musica è solo questo: rimpianto del passato e speranza del futuro. In quel momento lui sta vivendo la disperazione dell'oggi, fatta dal rimpianto del passato e dalla speranza del domani. Fuori da questo la musica non c'è, la poesia non esiste. A questo pensiero Filippo, circa il rimpianto del passato legato alla musica, ricorda gli anni della Somalia. Un giorno particolarmente gli sovviene; quando durante un cruento combattimento, persero la vita decine di suoi connazionali e centinaia di uomini e donne e bambini somali. Ricorda la mestizia con cui il Reggimento fece ritorno al campo. Nessuno parlava e regnava un silenzio pieno ed ingombrante. A un certo punto, mentre tutti erano chiusi nelle proprie tende o container, un Sergente Maggiore prese il suo clarinetto e lo portò alle labbra. Le note si levarono in quella notte di sangue. Note lugubri e celesti al tempo stesso. Note potenti che scendevano fino ai più profondi recessi, per poi lanciarsi all'infinito. Quelle note ebbero il potere di restituire dignità a tutti loro. Nonostante tutto.Per quanto avessero dovuto vivere quanto vissuto, in quel momento vivevano una carezza di assoluto. Non meritata, certo, ma non per questo non accolta con speranza.La musica li univa in una tela fatta di migliaia di lacrime invisibili e per un attimo si sentirono una cosa sola.
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