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Boris Vian: romanziere, poeta, cantante, musicista, drammaturgo, critico musicale, patafisico, ingegnere, sceneggiatore, pittore e molto altro ancora. Osteggiato dalla critica francese degli anni '40 e '50 per la sua eccentricità, accusato di pornografia in seguito alla pubblicazione del libro J'irai cracher sur vos tombes, scritto sotto pseudonimo, del quale dovette poi riconoscere la paternità, osannato dalla generazione sessantottina per l'antimilitarismo dichiarato nella canzone Le Déserteur, traduttore di Raymond Chandler, diffusore e promotore del genere noir in Francia. Una personalità poliedrica e proteiforme, per questo assolutamente moderna: tutto questo era Boris Vian. Eppure ancora non bastano le definizioni. Vian era un universo in continua espansione, un uomo la cui attività sfuggiva e sfugge a qualsiasi tipo di cristallizzazione.
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