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Zenos bekendelser er romanen om den sidste cigaret, der alligevel aldrig bliver den sidste. Zeno er en klassisk Svevo'sk antihelt fra Trieste: en midaldrende grosserer, der i stedet for at gennemføre sin tobaksafvænning skriver sin historie som selvterapi - i grotesk mistro til sin psykiater.Han bekender om sit forhold til faderen, sin kone og hendes smukke søster, som han hellere ville have haft, sin elskerinde, sin svoger og hans transaktioner.
Known for inspiring James Joyce's Leopold Bloom from Ulysses, Zeno Cosini is the bumbling yet charming alter ego of Italo Svevo, who here lays bare a hilarious litany of neuroticisms about his health, friendships, family and women. Having submitted himself to Freudian psychoanalysis, the narrator keeps a diary with the aim of conquering his addiction to smoking. He describes his marriage to the woman he didn't want to marry, how he drives his business partner to despair, and how his 'last cigarette' turns out to be one of many. Zeno is the classic 'schlemiel'; his erratic foibles, his questionable logic and his curious inclination to self sabotage help shine a light on human behaviour in general, and reveal the many subtle half-truths people may tell themselves in order to defend their own actions and egos.
Senilità Senilità è il secondo romanzo di Italo Svevo, pubblicato nel 1898. Il protagonista del romanzo è Emilio Brentani, uomo inetto, diviso tra la brama di amore e piacere e il rimpianto per non averli goduti. Nel romanzo, Svevo affronta il problema dell'inettitudine, dell'incapacità da parte del protagonista di gestire la propria vita interiore e sentimentale. L'indecisione e l'inerzia con cui Emilio affronta le vicende della sua vita lo portano a chiudersi nei suoi ricordi, in uno stato di vecchiaia spirituale (da cui il titolo "Senilità "). Trama Emilio Brentani conduce una modesta esistenza in un appartamento condiviso con la sorella Amalia, la quale, non avendo molti rapporti con il mondo esterno, si limita principalmente ad accudirlo. Accade un giorno che Emilio conosce Angiolina, di cui si innamora, e ciò lo porta a trascurare la sorella e l'amico Stefano Balli, che compensa i pochi riconoscimenti artistici con i successi e con le donne. Emilio tenta di fare capire ad Angiolina che la relazione tra i due sarà subordinata ai doveri di lui, come quello nei confronti della propria famiglia. Non è in grado di rendersi conto che in realtà sarà Angiolina ad avere il coltello dalla parte del manico, ad investire meno sentimenti e a soffrire di meno a causa di questa relazione non ufficiale. Stefano non crede nell'amore, e cerca di convincere Emilio a divertirsi con Angiolina, che ha del resto una pessima fama a Trieste. Emilio finisce invece per aprire il cuore a questa donna, arrivando anche a trascurare gli avvertimenti degli amici: infatti, Angiolina inizia a mostrare un certo interesse per un ombrellaio e per lo stesso Stefano Balli. Del resto, come indicato nell'incipit del romanzo, l'accordo desiderato dal Brentani era quello di un legame senza impegni. Stefano, dal canto suo, comincia a frequentare casa Brentani con maggiore assiduità . Per ironia del destino Amalia finisce per innamorarsene. Il suo fascino maschile fa quindi colpo su entrambe le protagoniste femminili. Emilio, geloso della sorella, allontana Stefano, mentre Amalia comincia a stordirsi con l'etere, finché non si ammala di polmonite (questo atteggiamento di Amalia nei confronti della vita si avvicina decisamente al suicidio di Alfonso Nitti, protagonista del romanzo d'esordio, Una vita). La malattia la condurrà alla morte. Trieste alla fine del secolo Emilio smette di frequentare Angiolina, pur amandola, e si allontana da Stefano Balli. Viene poi a sapere che Angiolina è fuggita con il cassiere di una banca per poi recarsi nella capitale dell'Impero, Vienna. Il romanzo si conclude con un'immagine significativa: anni dopo, nel ricordo, Emilio vede le due donne idealizzate secondo i propri desideri e fuse in una singola persona, con l'aspetto dell'amata e il carattere della sorella.
La novella del buon vecchio e della bella fanciulla Ci fu un preludio all'avventura del buon vecchio, ma si svolse senza ch'egli quasi l'avvertisse. In un breve istante di riposo dovette ricevere nel suo ufficio una vecchia donna che gli presentava e raccomandava una fanciulla, la propria figlia. Erano state ammesse alla sua presenza in forza di un biglietto di presentazione di un suo amico. Il vecchio strappato ai suoi affari non arrivava a levarseli del tutto dalla mente e guardava intontito il biglietto sforzandosi d'intenderlo presto e presto liberarsi dalla seccatura. La vecchia non tacque per un solo istante, ma egli non ritenne o percepí che qualche breve frase: - La giovinetta era forte, intelligente e sapeva leggere e scrivere, ma meglio leggere che scrivere. - Poi una frase che lo colpí perché strana: - Mia figlia accetta qualsiasi impiego per l'intera giornata purché le avanzi il breve tempo di cui ha bisogno per il suo bagno quotidiano. - Infine la vecchia disse la frase che portò la scena ad una rapida conclusione: alla Tramvia prendono ora delle donne al posto di conduttrici e bigliettarie. Subito deciso, il vecchio scrisse un biglietto di raccomandazione per la Direzione della Società Tramviaria e congedò le due donne. Lasciato ai suoi affari, li interruppe ancora per un istante ...
Corto Viaggio Sentimentale I. Stazione di Milano Con dolce violenza il signor Aghios si staccò dalla moglie e a passo celere tentò di perdersi nella folla che s'addensava all'ingresso della stazione. Bisognava abbreviare quegli addii ridicoli se prolungati fra due vecchi coniugi. Ci si trovava bensì in uno di quei posti ove tutti hanno fretta e non hanno il tempo di guardare il vicino neppure per riderne, ma il signor Aghios sentiva costituirsi nell'animo proprio il vicino che ride. Anzi lui stesso intero diveniva quel vicino. Che strano! Doveva fingere una tristezza che non sentiva, quando era pieno di gioia e di speranza e non vedeva l'ora di essere lasciato tranquillo a goderne. Perciò correva, per sottrarsi più presto alle simulazioni. Perché tante discussioni? Era vero ch'egli da molti anni non s'era staccato dalla moglie, ma un viaggio sino a casa sua, a Trieste, ove essa due settimane appresso l'avrebbe raggiunto, era cosa di cui non valeva la pena di parlare. Se ne aveva parlato invece da molti giorni e continuamente. La decisione era stata difficilissima proprio perché ambedue l'avevano desiderata e ambedue per raggiungerla sicuramente avevano creduto necessario di tener celato il loro desiderio. Avrebbe potuto piangere
Senilità è il secondo romanzo di Italo Svevo, pubblicato nel 1898. Il protagonista del romanzo è Emilio Brentani, uomo inetto diviso tra la brama di amore e piacere e il rimpianto per non averli goduti. Nel romanzo, Svevo affronta il problema dell'inettitudine, dell'incapacità da parte del protagonista di gestire la propria vita interiore e sentimentale. L'indecisione e l'inerzia con cui Emilio affronta le vicende della sua vita lo portano a chiudersi nei suoi ricordi, in uno stato di vecchiaia spirituale (da cui il titolo "Senilità "). Nel 1962 ne è stato tratto l'omonimo film diretto da Mauro Bolognini.
Mamma mia, «Iersera, appena, ricevetti la tua buona e bella lettera. «Non dubitarne, per me il tuo grande carattere non ha segreti; anche quando non so decifrare una parola, comprendo o mi pare di comprendere ciò che tu volesti facendo camminare a quel modo la penna. Rileggo molte volte le tue lettere; tanto semplici, tanto buone, somigliano a te; sono tue fotografie. «Amo la carta persino sulla quale tu scrivi! La riconosco, è quella che spaccia il vecchio Creglingi, e, vedendola, ricordo la strada principale del nostro paesello, tortuosa ma linda. Mi ritrovo là ove s'allarga in una piazza nel cui mezzo sta la casa del Creglingi, bassa e piccola, col tetto in forma di cappello calabre...
La tribù s'era fermata. Aveva trovato in mezzo al deserto un vasto paese ricco d'acqua, di prati e d'alberi, e, involontariamente, senza che nessuno lo proponesse, invece di farvi una delle solite soste fugaci, aveva messo radice in quel paradiso, era stata avvinghiata dalla terra e non aveva più saputo staccarsene. Pareva fosse giunta a quel grado superiore di evoluzione che esclude la vita nomade; riposava della marcia secolare. Le tende lentamente si mutarono in case; ogni membro della tribù divenne proprietario.Corsero gli anni. Alì, un guerriero inquieto, refrattario alla nuova vita, sellò il cavallo e galoppò da una parte all'altra di quello ch'egli s'ostinava di chiamare acca...
This scarce antiquarian book is a facsimile reprint of the original. Due to its age, it may contain imperfections such as marks, notations, marginalia and flawed pages. Because we believe this work is culturally important, we have made it available as part of our commitment for protecting, preserving, and promoting the world's literature in affordable, high quality, modern editions that are true to the original work.
Una Burla Riuscita In questo libro è narrata la storia di Mario Samigli (pseudonimo con il quale lo stesso Svevo firmò numerosi articoli apparsi sull'Indipendente), un letterato deluso per i continui insuccessi, che riesce a riscattarsi grazie ad un improvviso successo negli affari, che compensa le delusioni letterarie. Mario Samigli, impiegato con spiccate velleità artistiche e grande lettore e studioso di letteratura è autore di molte favole (per lo più imitazioni dai più grandi autori) e di un romanzo pubblicato quarant'anni prima. In un certo momento della sua vita, però, la situazione cambia grazie all'incontro con un tizio che si presenta come rappresentante di un editore tedesco interessato a pubblicare il romanzo. L'incontro è fonte di grande felicità per il protagonista al quale sembra stia per arrivare (anche se ormai piuttosto anziano) il momento della definitiva e inequivocabile consacrazione a scrittore: un riconoscimento del quale egli considerava degna la sua arte ma mai concretizzato. Ma presto la storia si capovolge in dramma, alla scoperta che il suo improvviso successo non è stato altro che lo scherzo (una "burla" appunto) di un collega del protagonista, che lo vuole unicamente umiliare. In quest'opera, seppur molto breve, è possibile riscontrare alcune specifiche tematiche, riconducibili poi alle medesime su cui si fonda l'intera opera Sveviana: esse sono principalmente la psicoanalisi dell'insoddisfazione, che prende corpo con i sogni e nei sogni del protagonista, tanto turbati e ansiosi quanto calma è la sua condotta da sveglio; l'amore dimostrato al protagonista dal fratello, tenuto ostaggio del dolore dalla malattia; il dramma della beffa, che, lontana dall'essere umoristica, è al contrario bassamente malevola.
L'assassinio di via Belpoggio è un racconto scritto da Aron Hector Schmitz dietro lo pseudonimo di Ettore Samigli (che poi cambierà nel più noto Italo Svevo). Fu pubblicato la prima volta nel 1890 sulla rivista L'Indipendente. Dall'incipit del libro: Dunque uccidere era cosa tanto facile? Si fermò per un solo istante nella sua corsa e guardò dietro a sé Nella lunga via rischiarata da pochi fanali vide giacere a terra il corpo di quell'Antonio di cui egli neppure conosceva il nome di famiglia e lo vide con un'esattezza di cui subito si meravigliò. Come nel breve istante aveva quasi potuto percepirne la fisionomia, quel volto magro da sofferente e la posizione del corpo, una posizione naturale ma non solita. Lo vedeva in iscorcio, là sull'erta, la testa piegata su una spalla perché aveva battuto malamente il muro; in tutta la figura, solo le punte dei piedi ritte e che si proiettavano lunghe lunghe a terra nella scarsa luce dei lontani fanali, stavano come se il corpo cui appartenevano si fosse adagiato volontario; tutte le altre parti erano veramente di un morto, anzi di un assassinato. Scelse le vie più dirette; le conosceva tutte ed evitava i viottoli per i quali non direttamente si allontanava. Era una fuga smodata come se avesse avuto le guardie alla calcagna. Quasi gettò a terra una donna e passò oltre non badando alle grida d'imprecazione ch'ella gli lanciava.
La coscienza di Zeno è un romanzo di Italo Svevo, pubblicato nel 1923 a Trieste. Nella prefazione del libro il sedicente psicoanalista Dottor S. dichiara di voler pubblicare "per vendetta" alcune memorie, redatte in forma autobiografica di un suo paziente, Zeno Cosini, che si è sottratto alla cura. Gli appunti dell'ex-paziente costituiscono il contenuto del libro. Il romanzo non è altro che l'analisi della psicologia di Zeno, un individuo che si sente "malato" o "inetto" ed è continuamente in cerca di una guarigione dal suo malessere attraverso molteplici tentativi a volte assurdi o che portano a effetti controproducenti.
Un assassino avido e vile, uno scienziato e il suo elisir di lunga vita, un pulcino alla ricerca della madre, uno scansafatiche che accetta un lavoro "in cui non c'era niente da fare". In quattro racconti ironici e visionari, le disavventure e i turbamenti dei personaggi più amati da Svevo: gli inetti. Emarginati dalla società, lacerati dal dubbio, minacciati dalla vita, ingaggiano l'unica battaglia possibile, quella per la sopravvivenza
EMMA, vestita tutta di nero, lavora al tavolino su un panno anch'esso nero. ANNA pur essa vestita di nero guarda dalla finestra. Poi RITA. ANNA (urla) Rita! Rita! Ma vieni dunque. (Si sporge per veder meglio.) Presto! Presto! Oh, la maledetta bestia! Li ha già tutti in bocca. È finita. (Va velocemente verso la porta di fondo, ma prima di arrivarci s'arresta.) Già non arrivo in tempo. (Ritorna alla finestra.) Povere bestiole! La colpa è mia, tutta mia. RITA Lei mi chiamava? ANNA È da un'ora che grido e ti chiamo e tu arrivi qui con quell'aria melensa. In giardino a quest'ora c'è la pace. Sono stati divorati tutti. RITA Divorati? Chi? ANNA (quasi piangendo). Gli uccellini. I poveri pa...
ALBERTO che dorme su di una ottomana, GIULIA e GIORGIO GIULIA (a Giorgio che entra). Pst! Piano, che dorme! GIORGIO Te l'avevo detto io che non c'era da impensierirsi! Eccolo là che dorme e il rimorso di aver tolto a te il sonno di una notte intera non lo inquieta punto. GIULIA Non ne ha colpa. Per distrazione ha perduto due treni. Telegrafò subito, ma per un caso malaugurato il dispaccio mi venne consegnato soltanto pochi minuti fa. GIORGIO Due treni ha perduto e i suoi dispacci da Firenze ci mettono ventiquattr'ore? Sono cose che non toccano che a lui! Fammi vedere il dispaccio! GIULIA L'ho gettato via. GIORGIO Perché non indirizzare un reclamo all'ufficio telegrafico? Io non toll...
Mario Samigli era un letterato quasi sessantenne. Un romanzo ch¿egli aveva pubblicato quarant¿anni prima, si sarebbe potuto considerare morto se a questo mondo sapessero morire anche le cose che non furono mai vive. Scolorito e un pö indebolito, Mario, invece, continuò a vivere per tanti anni di certa vita lemme lemme com¿era consentita da un impieguccio che gli dava non molti fastidi e un piccolissimo reddito. Una tale vita è igienica e si fa ancora più sana se, come avveniva da Mario, è condita da qualche bel sogno. Alla sua età egli continuava a considerarsi destinato alla gloria, non per quello che aveva fatto né per quello che sperava di poter fare, ma così, perché un¿inerzia grande...
ELVIRA Vuoi dire il Signor Lorenzo? LORENZO Signora, come sta? (Le bacia la mano.) ELVIRA Si potrebbe star meglio di molto... LORENZO In quanto a salute mi pare che stia benissimo. La vedo rossa e bianca come un fiore. ELVIRA Piú bianca però che rossa nevvero? E lei signor Migliori? LORENZO Io sto benone. ELVIRA Beato lei! LORENZO Cosa le manca da farla sospirare a questo modo? ELVIRA Nulla, si diventa vecchi. È già un male. LORENZO È peggio però esserlo che diventarlo. Io non sospiro piú già da lungo tempo. ANNA Ed hai fatto un bel viaggio? LORENZO Non c'è male. Ho avuto un poco di scirocco nel Quarnero che mi ha rimescolato le budella, del resto tempo ammirabile. ELVIRA A le...
Vieux garçon, Emilio vit en petit bourgeois avec sa soeur Amélie, ellemême vieille fille. Emilio rencontre la jeune et belle Angiolina, et malgré ses calculs, sa prudence égoïste, il ne tarde pas à éprouver tous les tourments de la passion. Passion d'autant plus douloureuse qu'elle ne cesse de s'analyser et qu'elle ne s'illusionne pas sur la coquetterie, les mensonges et la vénalité d'Angiolina. Au drame d'Emilio s'ajoute, comme par une sorte de contrecoup, celui de la pauvre Amélie qui s'éprend chimériquement d'un ami de son frère, l'avantageux sculpteur Stefano. Amours tardives: les coeurs trop longtemps frustrés ou économes s'en affolent ou s'y épuisent. Double roman où, par la force de la lucidité, la pitié rejoint la cruauté.
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