Gør som tusindvis af andre bogelskere
Tilmeld dig nyhedsbrevet og få gode tilbud og inspiration til din næste læsning.
Ved tilmelding accepterer du vores persondatapolitik.Du kan altid afmelde dig igen.
On 16 April 1939 Victor Emmanuel III received the Crown of Albania at the Quirinal Palace.The "Land of the Eagles" and Fascist Italy would thus share a common destiny. Institutional changes were accompanied by the integration of the Albanian armed forces into the Italian ones.Albania managed to recreate an autonomous yet small army only after the Armistice of 8 September 1943.From that date the Germans, interested in controlling the territory and safeguarding the neutrality of the Balkan State, relied on the support of local anti-partisan militias and proceeded to recruit a few thousand Albanians, many of whom were Kosovars, into mountain units of theWaffen-SS.On the opposing side the Albanian Resistance, which also counted in its ranks various formations made up of Italian soldiers, strengthened gradually.
Il 16 aprile 1939, presso il Quirinale, Vittorio Emanuele III ricevette la Corona d'Albania. Le sorti del "Paese delle Aquile" furono così unite a quelle d'Italia. Alle trasformazioni istituzionali si accompagnò l'incorporazione delle forze armate albanesi in quelle italiane. L'Albania riuscì a ricreare un autonomo ma piccolo esercito solo dopo l'Armistizio dell'8 settembre 1943. A partire da tale data i tedeschi, massimamente interessati al controllo del territorio e alla salvaguardia della neutralità dello Stato balcanico, si avvalsero del supporto di milizie locali in funzione antipartigiana e procedettero all'arruolamento di alcune migliaia di albanesi, tra i quali molti kosovari, in unità da montagna delle Waffen-SS. Sul fronte opposto la Resistenza schipetara, che annoverava nelle proprie file anche formazioni costituite da soldati del Regio Esercito, andò progressivamente rafforzandosi.
From D-Day to the end of hostilities, the Sherman tank was the backbone of allied armored formations involved in the European Theater of Operations, best known to the Americans by the acronym ETO. Purpose of the book is to describe and illustrate the main versions of one of the most famous World War Two armored vehicles, used by Allies and therefore by American, British, Canadian, Czechoslovakian, French and Polish units in battles fought along the way from the beaches of Normandy up to the Reich. Particular attention has been paid to the historical aspects of the topic, without neglecting the technical point of view. Given the limited space and the wide availability of data and pictures, the decision to deal exclusively with the basic versions of the Sherman was the only choice. The discussion about the special vehicles based on this tank would have gone to the expense of most important general issues.
Per le forze partigiane italiane l¿utilizzo di mezzi blindati fu veramente sporadico, ad eccezione degli ultimi frangenti di guerra. Soprattutto nei giorni dell¿insurrezione, infatti, i partigiani italiani riuscirono ad impadronirsi di carri armati di produzione italiana, sia catturandoli ad unità italiane e tedesche, sia prelevandoli direttamente dalle fabbriche, spesso grazie alla complicità con la Resistenza degli operai che lavoravano in questi opifici. Nei concitati momenti dell¿insurrezione, convenzionalmente fissata al 25 aprile 1945, molti furono i casi di veicoli depredati e riutilizzati dal movimento partigiano o da militari di Salò, che addirittura cambiarono mano più volte nel volgere di brevissimo tempo; di alcuni se ne è conservata, in qualche modo, traccia, mentre di altri, specialmente se utilizzati da formazioni di insorti, non se ne sa nulla. Un gran numero di mezzi corazzati di produzione italiana fu invece impiegato da parte dei partigiani jugoslavi, che li poterono catturare ¿in massä in seguito allo sbandamento del Regio Esercito dovuto all¿Armistizio.
Tilmeld dig nyhedsbrevet og få gode tilbud og inspiration til din næste læsning.
Ved tilmelding accepterer du vores persondatapolitik.