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Un giorno, un¿ora, un minuto prima della partenza, tutto il febbrile entusiasmo di chi parte si dilegua. L¿egoistico ardore con cui si son fatti i preparativi del viaggio, la gaia fretta che par quasi quella del prigioniero cui sorrida, ineffabile, la libertà imminente, quel vivo sogno interiore che rende un pö folli gli occhi di colui che deve andar via, tutto svanisce, lasciando al suo posto un dubbio freddo e sterile, una sottile e opprimente angoscia. Dice l¿anima incerta: «faccio io bene, ad andarmene? Saranno, poi, veramente belli, fantastici, poetici i paesi dove andrò? Troverò io l¿emozione che deve far rivivere il mio stanco e arido cuore? Non furono forse le illusioni dei viagg...
Il treno si fermò. - Capua; Capua. - gridarono tre o quattro voci, monotonamente, nella notte. S'udì uno strepito di sciabole trascinate e un vivo parlottare fra lombardo e piemontese: un gruppo di ufficialetti, tanto per finire la serata, era venuto a vedere il passaggio del treno notturno Napoli-Roma. Mentre il conduttore chiacchierava, sommesso, col capo-stazione, che gli dava una commissione per Caianiello, e il postino tendeva un sacco di tela pieno di lettere all'impiegato postale ambulante, gli ufficiali, discorrendo fra loro e facendo, per abitudine, risonare i loro speroni, guardavano se qualcuno salisse o scendesse, sbirciavano dagli sportelli aperti se apparisse qualche bel v...
Nell'ora tarda della sera, partita l'ultima persona amica o indifferente, per la quale essa provava l'orgogliosa e invincibile necessità di mentire, chiuse tutte le porte ermeticamente, piombata la casa nel profondo silenzio notturno, interrogate con lo sguardo sospettoso fin le fantastiche penombre della sua stanza solitaria, dove sola vivente era una pia lampada consumantesi innanzi a una sacra immagine, prosciolto il suo spirito dall'obbligo della bugia e le sue labbra dall'obbligo del sorriso, ella si lasciava abbruciare dalla grande fiamma. Immobile, con le palpebre socchiuse e le mani abbandonate lungo il corpo, ritta come un bianco fantasma nel mezzo della sua stanza, sentiva un fl...
Paolo Joanna andava e veniva per la stanza, vestendosi, straccamente, ancora tutto pieno di sonno. Sul suo letto disfatto stavano una quantità di giornali aperti e spiegazzati, cascavano dalla sponda, giacevano sul tappetino miserabile, erano quelli della sera innanzi, su cui si era addormentato, su cui si era arrotolato, dormendo: quelli della mattina, ancora chiusi dalle fascette multicolori erano deposti sul vecchio tavolino da notte, accanto a una tazza da caffè ¿ e attratte dal fondiccio melmoso del caffè, dove lo zucchero si liquefaceva, le mosche vi ronzavano attorno ¿ e un sottile odore d'inchiostro di stamperia fluttuava nell'aria. Paolo Joanna si vestiva pianamente, per non dest...
Il fioretto di domani è questo ¿ disse il predicatore, leggendo un cartellino: ¿ Voi offrirete a Maria Vergine i sentimenti di rancore che avete nel cuore e abbraccerete la compagna di scuola, la maestra, la serva che credete di odiare. Nella penombra della cappella vi fu un movimento tra le educande grandi e tra le maestre: le piccine non si mossero. Delle piccine qualcuna sonnecchiava, qualcuna sbadigliava dietro la manina: sui rotondi visetti si dilatava la contrazione della noia. La predica era durata un'ora e le piccole non capivano nulla. Avevano voglia di cenare e poi di dormire. Ora il predicatore era disceso dal piccolo pulpito, e sull'altare, Cherubina Friscia, la maestra sagre...
La prima volta in cui Nino Stresa mi mancò di rispetto, fu in un ballo. Ero vestita di broccato bianco, quella sera: e il busto del vestito era sostenuto, sulle spalle, da due fascie di brillanti che formavano manica. Egli, Nino Stresa, mi cominciò a guardare, di lontano, poco dopo la mia apparizione nel ballo: e non potei più fare un movimento per passeggiare o per ballare, senza sentire il suo sguardo fermo sovra me. Ora, Nino Stresa ha uno sguardo singolare. I suoi occhi sono semplicemente neri, senz'altro pregio. Ma lo sguardo ha una dolcezza languida e persistente che, talvolta, dopo qualche minuto di contemplazione, pare che si veli di lacrime per una profonda emozione saliente agli...
...Ciascuno vivendo della vita comune, ha una vita propria; e chi la trova nel pensiero, chi nell'arte, chi nel desiderio di gloria. Il popolo, questa grande parte dell'umanità, non conosce ancora la lotta dell'idea, nulla sa di arte e lo splendido fantasma della gloria non gli apparisce - eppure il popolo è l'uomo; l'uomo che soffre, ama, è felice, infelicissimo e deve avere una vita sua, una sua speciale manifestazione. L'ha; ed è il canto. Canta dappertutto - certo dove il sole lo riscalda, dove la luce lo inonda, dove il mare unisce la sua voce, il popolo canta di più, ma nel freddo e nebbioso nord, in quell'atmosfera grigia, il canto popolare si eleva a menomare la tristezza della vi...
Nella luminosa e calda ora pomeridiana, il paesaggio napoletano aveva dormito assai, deserto, silenzioso, immobile sotto il leonino sole di agosto. Nella lunga siesta, da mezzogiorno alle quattro, nessuna ombra d'uomo si era veduta, apparendo e sparendo, sulla gran pianura verde dei Bagnoli; sulla larga via bianca, a sinistra, che viene da Posillipo, rasentando l'ultimo spalto di quella collina che è anche un capo, larga via che è la delizia di quanti amano Napoli, stranieri e indigeni, non una carrozza, non un carretto; non una carrozza, non un carretto sulla dritta via, chiamata di Fuorigrotta, e che ai Bagnoli trova il suo primo angolo, voltando per andare a Pozzuoli, a Cuma, a Baia; n...
Un alto e tetro silenzio era nella stanza di Cesare Dias. Egli stava seduto nel seggiolone di cuoio bruno, teneva appoggiati i gomiti sulla grande scrivania di legno scolpito e le due mani gli nascondevano gli occhi e la fronte: si vedean solo i capelli un pö scomposti e le labbra pallidissime sotto i mustacchi disfatti. Fuori, la triste giornata invernale declinava e tetre si facevano le ombre nell¿austera stanza, tetre intorno a quella immobile figura di uomo di cui, nell¿alto silenzio, parea non si udisse neanche il respiro. ¿ Eccellenza... ¿ mormorò una voce trepida. Cesare non si mosse: sembrava non avesse inteso. ¿ Eccellenza, perdonate... ¿ ripetette l¿esitante e tremula voce. ...
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