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Antona-Traversi ebbe iersera il pubblico che aveva certamente desiderato: quello che sa ascoltare e che sa comprendere. La sala, per numero, notorietà ed intelligenza di spettatori, non poteva essere più brillante. Vi erano gli scapoli che conoscevano le Rozeno, i mariti che le ricordavano, le mogli che ne avevano udito parlare. I vecchi, giunti a riva da un pezzo, dalla memoria dei passati o scansati naufragi si sentivano dolcemente ringiovanire dentro ¿ nell¿anima. Poche volte una battaglia artistica fu combattuta in condizioni migliori: in tanta varietà di caratteri e di situazioni arrischiate, non una deduzione...
28 Giugno 1877 Questa d¿oggi è una delle poche feste che comprendiamo. Il calendario non l¿ha segnata con alcuna croce, nè un tintinnio di campane, nè uno scoppio solo di botta l¿hanno annunziata la sera della sua vigilia. Ma che importa? L¿artista napoletano ne aveva scritto la data in quell¿angoluccio del cuore dove nota le sue speranze e le sue illusioni, ansioso pel timore di non doverla, come tante altre, passare in quell¿altra parte del cuore, più larga assai, dove registra i suoi disinganni. La festa d¿oggi l¿artista napoletano l¿aspettava da due anni. Quando gli fu annunziata come una lontana promessa, scrollò il capo sfiduciato.
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