Bag om Briciole
Briciole nasce sull'onda di due precedenti pubblicazioni: Il salotto letterario del Bar Lunik e Isole.
Non è un libro fatto di scarti ma, delle due pubblicazioni che lo precedono, prende il testimone e ne continua la narrazione.
Quando si scrivono due libri fatti di almeno cento racconti, chiudere il rubinetto resta difficile.
Come resta difficile dopo un lauto pasto, non restare attorno al tavolo a chiacchierare, a raccogliere con due dita le molliche che restano sulla tovaglia.
Non avanzi, ma il meglio del pasto. Come i semi di sesamo caduti da un fragrante pane siciliano fatto in casa, o i pezzi di zucchero caduti dalla crosta del dessert.
Briciole non cambia stile rispetto ai precedenti libri. Dentro ci troviamo i ragazzi del Bar Lunik e le storie anche tragiche che abbiamo trovato in Isole, con personaggi conosciuti e altri nuovi: come il Sor Franco, barbiere con il locale situato nello stesso cortiletto del Bar; Marcello e Ugo, due ingegneri che da tanti anni condividono la stessa stanza ma che, coperti dai tecnigrafi, quasi non si conoscono.
Quindi Briciole non chiude una trilogia... che bella parola "trilogia".
Il sogno di ogni autore dire: Sai, con Briciole ho concluso la mia trilogia.
Niente di questo; il sogno resta nel cassetto. Ma quello che invece accade è che io, con questa pubblicazione, continuo a raccontare la vita, l'umanità secondo il mio punto di vista. Spiando vigliaccamente, confuso tra i frequentatori del bar e i vecchietti della barberia; nascosto dietro i tavoli da disegno di Ugo e Marcello; coperto da una nuvola profumata di schiuma da barba, seduto su una poltrona dal Sor Franco.
Protetto dal sarcasmo del Sor Mario io, sempre pronto a origliare discorsi, racconti, storie vere o inventate che poi condivido con i lettori.
Sor Ma'! Ho finito la trilogia.
Bravo! Così hai finito de lascia' debito e finarmente me paghi le consumazioni arretrate.
Sor Ma'! Avete ammazzato la poesia, ammazzato il poeta.
Pensa a te che hai ammazzato la narrativa.
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