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In this second volume, we complete the history of self-propelled vehicles in force in the Italian army, both that of the Kingdom and that of the Italian Social Republic after 1943! After the great success of the 75/18 presented in the first volume, we then deal with its older brothers, namely the 75/34 already partly present in the first volume, its variant, the 75/46. Next, the famous "Bassotto" i.e., the self-propelled 105/25, perhaps the most powerful vehicle in the Italian arsenal, to conclude with two strange vehicles: the 90/53 with rear shielding, and the modern 149/40, a real tank-mounted gun, made only in one prototype.
In questo secondo volume, completiamo la storia della dotazione dei mezzi semoventi in forza all'esercito italiano, sia quello del Regno che quello della Repubblica Sociale Italiana dopo il 1943! Dopo il grande successo del 75/18 presentato nel primo volume, ci occupiamo quindi dei fratelli maggiori, vale a dire del mezzo 75/34 già in parte presente nel primo volume, della sua variante, il 75/46, del famoso Bassotto, ovvero il semovente 105/25, forse il mezzo più potente dell'arsenale italiano, per concludere con due mezzi atipici: il 90/53 con la scudatura posteriore, e il moderno 149/40, vero cannone montato su carro, realizzato solo in un prototipo.
The Italian occupation of Albania, which took place in April 1939, is a subject little covered in most texts pertaining to the history of our armed forces and is often mentioned in a few lines or described as an action of little importance and without difficulty. In reality, the invasion of the Kingdom of Albania was a wake-up call and showed all the inefficiency of the Italian Royal Armed Forces in a modern war as the Second World War would later be, which saw the Kingdom of Italy suffer defeat after defeat. What was supposed to be a 'walk in the park' cost the blood of Italian soldiers and sailors, especially in the area of Durres, and only the weakness of the military apparatus of the small Balkan state would not make the Italians pay dearly for the poor organization of the operation and logistical problems. The book, after a description of pre-1939 events, will focus on the stages of the invasion and then move on to a description of the integration of the Albanian armed forces into those of Italy.
L'occupazione italiana dell'Albania, avvenuta nell'Aprile 1939, è un tema poco trattato dalla maggior parte dei testi inerenti alla storia delle nostre forze armate e spesso viene citato in poche righe o descritto come un'azione di poca importanza e senza difficoltà.Nella realtà l'invasione del Regno d'Albania fu un campanello d'allarme e mostrò tutta l'inefficienza delle regie forze armate italiane in una guerra moderna come sarà poi la Seconda Guerra Mondiale che vedrà il Regno d'Italia subire una sconfitta dopo l'altra.Quella che doveva essere una 'passeggiata di salute' in realtà costò il sangue dei soldati e marinai italiani, soprattutto nella zona di Durazzo, e solo la debolezza dell'apparato militare del piccolo stato balcanico non farà pagare caro agli italiani la mal organizzazione dell'operazione e i problemi logistici.Il libro, dopo una descrizione degli avvenimenti pre 1939, si incentrerà sulle tappe dell'invasione per poi passare alla descrizione dell'integrazione delle forze armate albanesi in quelle italiane.
Il 10 giugno 1940 la Regia Marina Italiana entrò in guerra con una grande flotta, ma purtroppo non ancora perfettamente a punto. Dati alla mano il potenziale navale nazionale era di consistenza assai inferiore a quello della coalizione franco-britannica, visto che la Regia Marina, sulle sei navi da battaglia teoricamente disponibili, ne aveva efficienti, e in grado di combattere, soltanto due, la Giulio Cesare e la Conte di Cavour entrambe rimodernate nel 1937, a cui si dovevano ancora aggiungere altre due corazzate rimodernate del medesimo tipo, l'Andrea Doria e la Caio Duilio, tutte e quattro armate con dieci cannoni da 320 mm, un calibro inferiore a quello disponibile nelle unità delle flotte nemiche. Le altre due grandi navi da battaglia di costruzione moderna, la Littorio e la gemella Vittorio Veneto, di oltre 41.000 tonnellate ed armate con nove cannoni da 381 mm, nel maggio 1940, si trovavano ancora in periodo di addestramento, per poi entrare in servizio nell'estate.
New York in the 1930s and during the Jazz Age was a vibrant and dynamic city, where culture, art, and entertainment flourished. It was the setting of many famous works of literature, music, and cinema, such as The Great Gatsby by F. Scott Fitzgerald, Rhapsody in Blue by George Gershwin, and Anything Goes by Cole Porter. This silent book it is full of wonderful images of this New York!!
The armoured cars were a perfect example of the adaptability of the Royal Army's forces in World War II, both the domestically developed models and the improvised versions. They were obviously recovered and redeployed by the forces of the Italian Social Republic after the Armistice of 8 September 1943 with completely new tasks. From the patrols of the vast North African desert areas, the small trucks were employed and transformed for anti-partisan combat, which they performed with not a few limitations. In this book we will analyse the service of the armoured cars with the various units of the Republican National Guard, the Republican National Army and the Wehrmacht troops from September 1945 until April 1945.
La Guerra Civile Spagnola fu il primo conflitto a vedere veri scontri tra carri armati, impiegati da entrambi le parti in causa (nello stesso periodo l'Italia stava combattendo in Etiopia, impiegando un buon numero di mezzi corazzati, ma contro un nemico del tutto privo di carri armati). La Spagna fu così il campo di prova per la guerra moderna tra mezzi corazzati inviati dall'Italia, dalla Germania e dalla Russia. L'utilizzo di carri armati durante la Guerra Civile lasciò intravedere soltanto alcuni di quegli aspetti che poi avrebbero reso le forze corazzate uno degli elementi decisivi sul campo di battaglia durante la Seconda guerra mondiale. In questo volume verranno descritti i prototipi di produzione spagnola e i cosiddetti "tiznaos".
The Spanish Civil War was the first conflict to see real clashes between tanks, employed by both sides (at the same time, Italy was fighting in Ethiopia, employing a good number of armoured vehicles, but against an enemy with no tanks at all). Spain was thus the testing ground for modern warfare between armoured vehicles sent from Italy, Germany and Russia. The use of tanks during the Civil War only hinted at some of those aspects that would later make armoured forces one of the decisive elements on the battlefield during the Second World War. In this volume, Spanish-made prototypes and so-called 'tiznaos' will be described.
Le camionette furono un perfetto esempio di capacità di adattamento delle forze del Regio Esercito nella Seconda Guerra Mondiale, sia i modelli sviluppati in patria che le versioni improvvisate. Vennero ovviamente recuperate e ripiegate dalle forze della Repubblica Sociale Italiana dopo l'Armistizio dell'8 Settembre 1943 con compiti completamente nuovi. Dalla perlustrazione delle vaste aree desertiche nordafricane, le camionette vennero impiegate e trasformate per la lotta antipartigiana che performarono con non pochi limiti. In questo libro analizzeremo il servizio delle camionette con i vari reparti della Guardia Nazionale Repubblicana, l'Esercito Nazionale Repubblicano e le truppe della Wehrmacht dal Settembre 1945 fino all'Aprile 1945.
Officially designated as the Medium Tank, M3 was the first US medium tank to be mass-produced. It was conceived and designed around 1940 and became operational in 1941. Its turret was made in two variants, one according to US specifications and the other modified to meet British requirements, in this case including the placement of the radio next to the commander. In the context of the British Commonwealth, the tank acquired two distinct designations: those with US-model turrets were called 'Lee', in homage to Confederate General Robert E. Lee, while those with British-model turrets were identified as 'Grant', in honor of Union General Ulysses S. Grant, the two greatest and most famous American generals of the Civil War.
Ufficialmente designato come Medium Tank, M3, fu il primo carro armato medio statunitense ad essere fabbricato in grande serie. Venne ideato e progettato intorno al 1940 e divenne operativo nel 1941. La sua torretta venne realizzata in due varianti, una conformemente alle specifiche degli Stati Uniti e l'altra modificata per soddisfare i requisiti britannici, includendo in questo caso, la collocazione della radio accanto al comandante. Nel contesto del Commonwealth britannico, il carro armato acquisì due denominazioni distinte: quelli con torrette di modello statunitense furono chiamati "Lee", in omaggio al generale confederato Robert E. Lee, mentre quelli con torrette di modello britannico furono identificati come "Grant", in onore del generale dell'Unione Ulysses S. Grant, i due maggiori e famosi generali americani della guerra civile.
At the end of the First World War, Hungary, as a member of the Austro-Hungarian monarchy, found itself on the losing side. Its army disintegrated and its armaments were acquired or destroyed by the victorious Allied nations. However, in the late 1920s, Hungarian diplomacy did all it could to reduce its isolation, forging relations with Italy and other neighboring countries to try to create a better position for Hungary among European nations. A kind of secret rearmament favoured by the new political movements in Europe at that time soon began.In this contest, Italy was among the main protagonists that made the Magyar military renaissance possible. Various cooperation projects were set up, and within the framework of these, Italy supplied or granted licences for various weapon systems, both land and aviation. Many vehicles were involved in this cooperation: among the vehicles, the L3 tankettes together with the Fiat B 3000 light tank. Artillery tractors such as the Pavesi and Breda, numerous artillery equipment and guns. Motor vehicles and motorbikes. In the avionic field: the Fiat CR 32, CR 42, Reggiane 2000 and CA 135 bombers.
Alla fine della Prima Guerra Mondiale, l'Ungheria, in quanto membro della monarchia austroungarica, si ritrovò dalla parte dei perdenti. Il suo esercito si disintegrò e i suoi armamenti furono acquisiti o distrutti dalle nazioni alleate vincitrici. Tuttavia alla fine degli anni Venti la diplomazia ungherese fece di tutto per ridurre il suo isolamento, stringendo rapporti con l'Italia e altri paesi vicini per cercare di creare una posizione migliore per l'Ungheria tra le nazioni europee. Ebbe subito inizio una sorta di riarmamento segreto favorito dai nuovi movimenti politici dell'Europa di quegli anni.In questo senso l'Italia fu tra i principali protagonisti che resero possibile la rinascita militare magiara. Si strinsero diversi progetti di cooperazione, e nell'ambito di questi, l'Italia fornì o concesse la licenza per diversi sistemi d'arma, sia terrestri che nel campo dell'aviazione: Molti mezzi furono interessati a questa cooperazione: fra i carri armati ricordiamo il carro veloce leggero L3 insieme al carro Fiat B 3000. Trattori d'artiglieria come il Pavesi e il Breda, numeroso materiale d'artiglieria e bocche da fuoco. Autoveicoli e motoveicoli. In campo aereo: i Fiat CR 32, CR 42, Reggiane 2000 e i bombardieri CA 135...
Under Napoleon I, the French Army conquered most of Europe during the Napoleonic Wars. Professionalising again from the Revolutionary forces and using columns of attack with heavy artillery support and swarms of pursuit cavalry the French army under Napoleon and his marshals was able to outmanoeuvre and destroy the allied armies repeatedly until 1812. Napoleon introduced the concept of all arms Corps, each one a traditional army 'in miniature', permitting the field force to be split across several lines of march and rejoin or to operate independently. The Grande Armée operated by seeking a decisive battle with each enemy army and then destroying them in detail before rapidly occupying territory and forcing a peace.
The last clear German victory in World War II occurred in the last days of April 1945 during the defense, loss and subsequent recovery of the Saxon city of Bautzen. On that occasion, when all was lost, the remnants of once powerful German units, such as the Panzer Divions Hermann Göring, Brandeburg or Grossdeutschland, inflicted a total defeat on the proud Soviet-Polish units, more robust and better armed, that supported the Red Army advance towards the capital of the Reich. This text tells the story of the events that took place in that city, the capital of Upper Lusatia, just south of the German capital. The high efficiency of the German soldiers made the difference with a real state of an army by then in decay and with no more fuel, showing how the fighting spirit was kept high until the end thanks to the concrete possibility of stopping the Soviets, even if only for a few hours or days, in their overwhelming advance to allow the evacuation of the greatest number of Germans people towards the West of the country. An innovative work this one by Gil Martínez, that will certainly occupy, together with the previous one already published in Breslau 1945, a special place in the library of all those who are interested in the military history of the last terrible world conflict.
Under Napoleon I, the French Army conquered most of Europe during the Napoleonic Wars. Professionalising again from the Revolutionary forces and using columns of attack with heavy artillery support and swarms of pursuit cavalry the French army under Napoleon and his marshals was able to outmanoeuvre and destroy the allied armies repeatedly until 1812. Napoleon introduced the concept of all arms Corps, each one a traditional army 'in miniature', permitting the field force to be split across several lines of march and rejoin or to operate independently. The Grande Armée operated by seeking a decisive battle with each enemy army and then destroying them in detail before rapidly occupying territory and forcing a peace.
Maria Teresa d'Austria fu, con Federico il Grande, certamente una delle figure più importanti della storia europea. In questo lavoro parlerò, essenzialmente, solo del primissimo periodo in cui l'armata imperiale austriaca fu, in senso propriamente detto "teresiano", cioè dal 1740 fino alla fine della "guerra degli Otto anni", ovvero il 1748. Un aspetto particolarmente tragico di quel periodo fu che una donna, Maria Teresa, in origine certamente poco avvezza a tutto quando comprendeva l'attività bellica, fu costretta, da circostanze straordinarie, a far tesoro, da sola, dell'eredità del padre. Col passare del tempo, però, divenne così legata al suo esercito tanto che, dopo la morte del marito, quando consegnerà le "chiavi" militari al figlio, ebbe a dire: "Questo ramo dell'amministrazione dello Stato era l'unico di cui veramente mi interessavo." Nel secondo volume saranno completati tutti gli altri argomenti e la bibliografia.
Il carro M11/39, fu il carro armato di transizione tra il crro veloce L3 e l'M 13/40. L'M11/39 può essere considerato il primo carro medio italiano, con un peso di 11 tonnellate e l'armamento che era composto da un cannone da 37 mm in casamatta e da due mitragliatrici Breda Mod. 38 8 mm in torretta. Uno dei punti deboli era il motore di bassa potenza, del cannone posto in casamatta e della mancanza di apparecchiature radio. Poco adatto alla guerra del deserto. Nonostante le sue debolezze, l'M11/39 rappresentò un importante passo avanti nella storia dei corazzati italiani, in quanto aprì la strada alla famiglia dei carri armati medi, utilizzati per tutta la guerra.
In questo primo volume dedicato alle autoblinde italiane, iniziamo a presentare le prime e più antiche. All'inizio si trattò soprattutto di modelli rimasti a livello di prototipi, o di mezzi prodotti in numero assai basso. Delle tante, abbiamo dedicato un po' di spazio alle blindo più antiche come la Bianchi, già presente nel conflitto italo-turca, o la Fiat-Terni Tripoli nata nel 1918. Passiamo poi alla leggenda della Lancia 1Z, mezzo fortunato nato nel primo conflitto mondiale e che rimase operativo fino al 1945! Si trattò di un massiccio mezzo, interamente di progettazione italiana. A condividere buona parte del libro chiudiamo con l'autoblindo Fiat 611 costruita nel 1932, come spesso accadeva al tempo con la Ansaldo, e specificatamente progettata per uso coloniale. Operò infatti soprattutto nella A.O.I. insieme alla sorella più anziana Lancia 1Z e i carri veloci. Oltre venti tavole di profili a colori dell'autore completano questo libro.
Maria Theresa of Austria was, with Frederick the Great, certainly one of the most important figures in European history. In this paper, I will essentially only discuss the very first period in which the Austrian imperial army was, in the proper sense, 'Theresian', i.e. from 1740 until the end of the 'Eight Years' War', i.e. 1748. A particularly tragic aspect of that period was that a woman, Maria Theresa, originally certainly unaccustomed to anything when it came to the business of warfare, was forced by extraordinary circumstances to treasure her father's inheritance on her own. As time went by, however, she became so attached to her army that, after her husband's death, when she handed over the military 'keys' to her son, she said: "This branch of state administration was the only one in which I was really interested." All other topics and the bibliography will be completed in the second volume.
Having been defeated in the First World War, Bulgaria, as a result of the implementation of peace treaty clauses, could not purchase tanks until the early 1930s. Due to the lack of industrialisation, it was forced to turn to the countries that were the main producers of armoured vehicles at that time. Thus, the CV33 fast tanks were purchased from Italy, the Vickers Mk. E from England and the LT vz. 35. After the first units were established, thanks to Germany, into whose sphere of influence Bulgaria had entered, French wartime French tanks, the Renault R35, and new Czechoslovak tanks were purchased. In 1943, with the establishment of the Bronirana Brigada, Panzer IVs and StuG IIIs arrived. In 1944, after the coup d'état, Bulgaria changed allegiance and joined the Red Army in the liberation of Yugoslavia and Hungary, fighting the Germans with its armoured units until the end of the conflict in May 1945.
I conflitti che opposero Romani ed Etruschi durante l'età repubblicana segnarono la fine dell'Etruria come potenza indipendente e la sua assimilazione nel mondo romano. La guerra più lunga fu quella contro Veio, la più potente città etrusca che sorgeva venti chilometri a nord di Roma, il cui racconto sfuma spesso nella leggenda. Fu una lotta mortale, cui pose fine un assedio che secondo la tradizione durò trent'anni, come quello di Troia, e che vide come protagonista Furio Camillo. Veio, la più tenace nemica di Roma, venne distrutta e i suoi abitanti venduti schiavi.Seguirono poi una serie di guerre che portarono alla sottomissione di Tarquinia, Vulci, Rosellae, Chiusi, sino alla decisiva battaglia del lago Vadimone (309 a.C.).La lotta tra gli Etruschi, alleati volta a volta con Celti e Sanniti in chiave antiromana, vide come ultimo episodio l'assedio e la distruzione di Velzna- Volsinii nel 264.Sulla scorta di Tito Livio, di Dionigi d'Alicarnasso, Plutarco e degli altri storici antichi oltre che delle scoperte archeologiche ed epigrafiche, Le guerre etrusche ricostruisce in modo dettagliato questa lotta epocale, decisiva per la storia dei popoli italici e del mondo antico, anche con un ricco corredo iconografico e con una numerosa cartografia.
Maria Teresa d'Austria fu, con Federico il Grande, certamente una delle figure più importanti della storia europea. In questo lavoro parlerò, essenzialmente, solo del primissimo periodo in cui l'armata imperiale austriaca fu, in senso propriamente detto "teresiano", cioè dal 1740 fino alla fine della "guerra degli Otto anni", ovvero il 1748. Un aspetto particolarmente tragico di quel periodo fu che una donna, Maria Teresa, in origine certamente poco avvezza a tutto quando comprendeva l'attività bellica, fu costretta, da circostanze straordinarie, a far tesoro, da sola, dell'eredità del padre. Col passare del tempo, però, divenne così legata al suo esercito tanto che, dopo la morte del marito, quando consegnerà le "chiavi" militari al figlio, ebbe a dire: "Questo ramo dell'amministrazione dello Stato era l'unico di cui veramente mi interessavo." Nel secondo volume saranno completati tutti gli altri argomenti e la bibliografia.
In this first volume devoted to Italian armoured cars, we begin by presenting the earliest and oldest ones. In the beginning, these were mainly models that remained at prototype level, or vehicles produced in very low numbers. Of the many, we have devoted some space to the oldest blindos such as the Bianchi, which was already present in the Italo-Turkish conflict, or the Fiat-Terni Tripoli born in 1918. We then move on to the legend of the Lancia 1Z, a successful vehicle that was born in the First World War and remained operational until 1945! It was a massive vehicle, entirely of Italian design. To share much of the book we close with the Fiat 611 armoured car built in 1932, as was often the case with Ansaldo at the time, and specifically designed for colonial use. It operated mainly in the A.O.I. together with its older sister Lancia 1Z and fast tanks. Over twenty plates of colour profiles by the author complete this book.
The M11/39 tank was the transitional tank between the L3 fast tank and the M 13/40. The M11/39 can be considered the first Italian medium tank, with a weight of 11 tonnes and armament that consisted of a 37 mm cannon in the casemate and two Breda Mod. 38 8 mm machine guns in the turret. One of the weak points was the low-powered engine, the cannon placed in the casemate and the lack of radio equipment. Unsuitable for desert warfare. Despite its weaknesses, the M11/39 represented an important step forward in the history of Italian armoured vehicles, as it paved the way for the medium tank family, which was used throughout the war.
Uscita sconfitta dalla Prima Guerra Mondiale, la Bulgaria, a seguito dell'applicazione delle clausole del trattato di pace, non poté acquistare carri armati sino ai primi anni '30. A causa della scarsa industrializzazione, fu giocoforza rivolgersi alle nazioni che in quegli anni erano i principali produttori di mezzi corazzati. Vennero quindi acquistati dall'Italia i carri veloci CV33, dall'Inghilterra i Vickers Mk.E e dalla Cecoslovacchia i LT vz. 35. Dopo aver costituito i primi reparti, grazie alla Germania, nella cui sfera d'influenza la Bulgaria era entrata, furono poi acquistati carri armati francesi preda bellica tedesca, i Renault R35, e nuovi carri cecoslovacchi. Nel 1943, con la costituzione della Bronirana Brigada, arrivarono i Panzer IV e gli StuG III. Nel 1944, dopo il colpo di stato, la Bulgaria cambio alleanza, affiancando l'Armata Rossa nella liberazione della Jugoslavia e dell'Ungheria combattendo con i suoi reparti corazzati i tedeschi, fino al termine del conflitto nel maggio 1945.
Durante la Seconda guerra mondiale, l'Ungheria schierò diverse unità di carri armati per supportare gli sforzi bellici dell'Asse. L'esercito ungherese utilizzò principalmente due tipi di carri armati durante il conflitto: il Toldi e il Turán in diverse varianti. Il Toldi era un carro armato leggero ungherese, sviluppato negli anni '30. Si trattava di un carro agile e adatto per compiti di ricognizione e supporto delle truppe. Il Turán fu il primo carro armato ungherese prodotto in serie. Era basato sul telaio del carro armato cecoslovacco LT vz. 38. Tuttavia, la corazza leggera rendeva questi carri vulnerabili ai colpi nemici. Furono impiegati principalmente sul fronte orientale contro l'Unione Sovietica.
Maria Theresa of Austria was, with Frederick the Great, certainly one of the most important figures in European history. In this paper, I will essentially only discuss the very first period in which the Austrian imperial army was, in the proper sense, 'Theresian', i.e. from 1740 until the end of the 'Eight Years' War', i.e. 1748. A particularly tragic aspect of that period was that a woman, Maria Theresa, originally certainly unaccustomed to anything when it came to the business of warfare, was forced by extraordinary circumstances to treasure her father's inheritance on her own. As time went by, however, she became so attached to her army that, after her husband's death, when she handed over the military 'keys' to her son, she said: "This branch of state administration was the only one in which I was really interested." All other topics and the bibliography will be completed in the second volume.
Tilmeld dig nyhedsbrevet og få gode tilbud og inspiration til din næste læsning.
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