Bag om Natura
In queste poesie c'è la filosofia della mia vita, che poi è quella di mia moglie, avendola appresa da lei, che ha vissuto a contatto con la terra dalla nascita e che purtroppo, sposando me, è stata costretta a vivere in città. Avendo vissuto circa trent'anni a Riccione e altri quattro a Bologna, io della natura non sapevo proprio nulla: m'intendevo al massimo di sabbia e anche, se vogliamo, di mare pulito, in quanto hanno voglia a dire che l'Adriatico di oggi non è inquinato, è balneabile e altre sciocchezze del genere. Certamente un mare non si vede che è pulito dalla chiarezza delle sue acque (al sud p.es. il mare è molto più trasparente del nostro, ma là dove non esistono depuratori, lascio immaginare cosa voglia dire "pulito"). Da bambino avevo sempre una gran voglia di fare bagni al mare: oggi al massimo accetto la piscina, anche quella terapica, che fa tanto bene alla pelle. Per trovare un mare davvero invitante bisogna andare a Lussino, in Croazia: lì si può vedere il mare che avevamo in Romagna mezzo secolo fa. Il progresso e le comodità distruggono tutto, non c'è niente da fare. Chi pensa di poter avere capra e cavoli s'illude. Solo che se ci tolgono la natura, noi rischiamo di diventare pazzi, di fare cose senza senso. Dagli inizi di questo secolo un guaranì alla settimana, in Brasile, si è suicidato perché gli stanno portando via la terra per fare piantagioni di canna da zucchero e allevamenti di bestiame. A questo dobbiamo arrivare? Possibile che il nostro progresso voglia dire soltanto morte e distruzione per chi vuol vivere a contatto con la natura?
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