Bag om Viaggio nell'antica Grecia
Se visito Creta mi sembra di prestare attenzione alle tue frasi: "Intanto i vigneti già frondosi, il mandorlo, l'olivo scorrevano per mezzo di mezzi, e una maggiore vegetazione e vegetazione, margherite gialle e piselli: come un'eruzione cutanea", e il tuo difficoltà ora a non partire più dagli scavi archeologici all'aperto: "Copri, copri, perché la terra protegge più in alto del solare e dell'acqua!" Voi, invece, ora non siete più spinti via via di un'ossessione per la verità, per quanto possibilmente massima via via di mezzo della preferenza per l'abbandono. Perciò quando, scalata l'Acropoli di Atene, suppongo più in basso sulla roccia increspata su cui i Greci costruirono il Partenone, anch'io considero con te il racconto di Ulisse che scavò il suo materasso in un ulivo e nelle tue frasi sperimento il spirito identico degli storici greci: ormai non più un naturale primato della natura, ma un non secolare innesto dei dipinti di ragazzo nella natura, in armonia, in accordo, in equilibrio. Allora e più efficace allora prevale il silenzio, quel silenzio gonfio di dèi che ormai nemmeno Schliemann diventava capace di vedere, troppo distratto per via della tensione narcisistica dell'"aver ragione". disturbato per via di ciò che il ragazzo, udendo, ha creato, il pio ragazzo, la persona dedicata nello stesso tempo alla sua natura personale e al personaggio che lo osserva.
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