Bag om La Trovatella di Milano
Estratto: ...precauzione. Sebbene la giovine donna non conoscesse la paura, di un balzo fu in piedi. Era forse suo marito che tornava? Ma non aveva sentito lo strepito del calesse, lo scrocchiare della frusta. Stette in attese, pronta a nascondersi se qualcuno si fosse avvicinato. Non tardo a vedere un'ombra scivolare in mezzo alle piante e quando fu a pochi passi da lei, poco manco che Adriana non gettasse un grido. Era una donna. -Che venite a cercar qui?-chiese mostrandosi. L'altra invece di rispondere, esclamo con una specie di trasporto... -Voi... voi signora Ah come ringrazio Dio, che mi permette di parlarvi, prima di punire quel miserabile. Ai primo suono di quella voce, Adriana trasali, poi avendo potuto osservar meglio i lineamenti della donna che le parlava, indietreggio con disgusto ed orrore... -Maria la guantaia -Si, Maria, una povera vittima come voi signora, di un uomo senza cuore, senza coscienza... -Che intendete dire? Forse il vostro amante vi ha abbandonata e venite a lamentarvene con me? Scoppio in una risata stridente, convulsa, che parve uno schianto del cuore... -Non giudicatemi cosi male, signora: Gabriele Terzi, l'uomo da voi amato, non e mai stato mio amante, ve lo giuro: un altro aveva preso il suo nome per sedurmi, mentre ingannava voi stessa: degnatevi ascoltarmi e vedrete a quale infernale seduzione abbiamo dovuto entrambe soccombere. Adriana era divenuta pallidissima: la sua testa si smarriva. Afferrato un braccio di Maria, chiese con voce ansante, oppressa: -L'infame, il miserabile e stato mio marito, eh? -Si... -Ah venite... ditemi tutto, -aggiunse traendo la bella guantaia sulla panchetta, dove poco prima si era abbandonata a soavi fantasticherie. Maria le disse tutta la sua triste storia, le rivelo la scoperta fatta, riverso tutte le angoscie del suo cuore, nel cuore straziato di Adriana. Entrambe erano in preda ad una violente emozione. Eppure in mezzo al suo atroce dolore, la contessina...
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