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Pagine sparse

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Pagine sparse dall'incipit del libro .... Non riprendeva, anzi lodava ed amava che gli scrittori ragionassero molto di sè medesimi; perchè diceva che in questo sono quasi sempre e quasi tutti eloquenti, ed hanno per l'ordinario lo stile buono e convenevole, eziandio contro il consueto o del tempo, o della nazione, o proprio loro. E ciò non essere meraviglia; poichè quelli che scrivono delle cose proprie hanno l'animo fortemente preso e occupato della materia; non mancano mai nè di pensieri, nè di affetti nati da essa materia e nell'animo loro stesso, non trasportati d'altri luoghi, nè bevuti da altre fonti, nè comuni e triti, e con facilità si astengono dagli ornamenti frivoli in sè, o che non fanno a proposito, dalle grazie e dalle bellezze false, dall'affettazione e da tutto quello che è fuori del naturale. Ed essere falsissimo che i lettori ordinariamente si curino poco di quello che gli scrittori dicono di sè medesimi: prima, perchè tutto quello che veramente è pensato e sentito dallo scrittore stesso, e detto con modo naturale e acconcio, genera attenzione, e fa effetto; poi, perchè in nessun modo si rappresentano o discorrono con maggior verità ed efficacia le cose altrui, che favellando delle proprie: atteso che tutti gli uomini si rassomigliano tra loro, sì nelle qualità naturali, e sì negli accidenti, e in quel che dipende dalla sorte; e che le cose umane, a considerarle in sè stesso, si veggono molto meglio e con maggior sentimento che negli altri.

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  • Sprog:
  • Italiensk
  • ISBN:
  • 9781539959908
  • Indbinding:
  • Paperback
  • Sideantal:
  • 216
  • Udgivet:
  • 8. november 2016
  • Størrelse:
  • 152x229x12 mm.
  • Vægt:
  • 295 g.
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Beskrivelse af Pagine sparse

Pagine sparse dall'incipit del libro .... Non riprendeva, anzi lodava ed amava che gli scrittori ragionassero molto di sè medesimi; perchè diceva che in questo sono quasi sempre e quasi tutti eloquenti, ed hanno per l'ordinario lo stile buono e convenevole, eziandio contro il consueto o del tempo, o della nazione, o proprio loro. E ciò non essere meraviglia; poichè quelli che scrivono delle cose proprie hanno l'animo fortemente preso e occupato della materia; non mancano mai nè di pensieri, nè di affetti nati da essa materia e nell'animo loro stesso, non trasportati d'altri luoghi, nè bevuti da altre fonti, nè comuni e triti, e con facilità si astengono dagli ornamenti frivoli in sè, o che non fanno a proposito, dalle grazie e dalle bellezze false, dall'affettazione e da tutto quello che è fuori del naturale. Ed essere falsissimo che i lettori ordinariamente si curino poco di quello che gli scrittori dicono di sè medesimi: prima, perchè tutto quello che veramente è pensato e sentito dallo scrittore stesso, e detto con modo naturale e acconcio, genera attenzione, e fa effetto; poi, perchè in nessun modo si rappresentano o discorrono con maggior verità ed efficacia le cose altrui, che favellando delle proprie: atteso che tutti gli uomini si rassomigliano tra loro, sì nelle qualità naturali, e sì negli accidenti, e in quel che dipende dalla sorte; e che le cose umane, a considerarle in sè stesso, si veggono molto meglio e con maggior sentimento che negli altri.

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