Bag om San Pantaleone
Estratto: ...il braccio sinistro arcuato su 'l fianco, battendo il piede ad ogni cadenza, cercando parer leggero e molle come una piuma, con atti di grazia cosi goffi e con smorfie cosi scimmiescamente mobili che in torno a lui le risa e i motti dei pulcinella cominciarono a grandinare. "Un soldo si paga, signori!" "Ecco l'orso della Polonia, che balla come un cristiano! Mirate, signori!" "Chi vuol nespoleeee? Chi vuol nespoleeee?" "'O vi'! 'O vi'! L'urangutango!" Don Antonio fremeva, dignitosamente, pur seguitando a ballare. In torno a lui altre coppie giravano. La sala si era empita di gente variissima; e nel gran calore le candele ardevano con una fiamma rossiccia, tra i festoni di mortella. Tutta quell'agitazione multicolore si rifletteva nelli specchi. La Ciccarina, la figlia di Montagna, la figlia di Suriano, le sorelle Montanaro apparivano e sparivano, mettendo nella folla l'irraggiamento della loro fresca bellezza plebea. Donna Teodolinda Pumerici, alta e sottile, vestita di raso azzurro, come una madonna, si lasciava portare trasognata; e i capelli sciolti in anella le fluttuavano su li omeri. Costanzella Caffe, la piu agile e la piu infaticabile fra le danzatrici e la piu bionda, volava da un'estremita all'altra in un baleno. Amalia Solofra, la rossa dai capelli quasi fiammeggianti, vestita da forosetta, con audacia senza pari, aveva il busto di seta sostenuto da un solo nastro che contornava l'appiccatura del braccio; e, nella danza, a tratti le si vedeva una macchia scura sotto le ascelle. Amalia Gagliano, la bella dalli occhi cisposi, vestita da maga, pareva una cassa funeraria che camminasse verticalmente. Una specie di ebrieta teneva tutte quelle fanciulle. Esse erano alterate dall'aria calda e densa, come da un falso vino. Il lauro e la mortella formavano un odore singolare, quasi ecclesiastico. La musica cesso. Ora tutti salivano i gradini conducenti alla sala dei rinfreschi. Don Giovanni Ussorio venne ad invitare...
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